La Riserva naturale Monte Soratte
- Come nasce la riserva -
Istituita nel 1997, la riserva Naturale “Monte Soratte” si estende per 444 ha perimetrando l’intera formazione del monte Soratte (691 m s.l.m.) Questo consiste in una dorsale calcarea allungata in direzione NW-SE che si erge isolata dalla catena degli Appennini; si tratta di un vero “geotopo” per la sua singolarità morfologica e le numerose gortte carsiche. Ritrovamenti superficiali, testimoniano la frequentazione umana del Soratte almeno dal Paleolitico Medio. Luogo sacro di antiche origini, il Monte Soratte ha ospitato un santuario dedicato ad Apollo. L’uso culturale del territorio è continuato nei secoli, arrichendolo di leggende, conventi ed eremi, questi ultimi tutt’ora visitabili e parzialmente restaurati. Ampi tratti boscati governati a ceduo, cave abbandonate e carbonare dimostrano una profonda influenza delle comunità umane, insediate nell’area del Soratte, attraverso i millenni. La Riserva Naturale "Monte Soratte" assume l'aspetto di un'isola calcarea sollevatasi, rispetto alle aree circostanti, nel corso dell'evoluzione della catena appenninica. Infatti il Monte Soratte è l'unico lembo carbonatico del Lazio rimasto emerso, assieme alla Tolfa ed al Circeo, nel Mesozoico (225-65 milioni di anni fa). Geologicamente il monte è costituito da calcari liassici e calcari marnosi formatisi in ambiente marino, in un arco temporale che va dal periodo Giurassico al Paleogene (da 190 a 26 milioni di anni fa). Il carsismo è particolarmente sviluppato sul monte; ciò conferisce un valore inestimabile alla riserva appena formatasi. Infatti, interessanti per il turista risultano essere le grotte e le cavità verticali, localmente denominati meri, di cui la Grotta di S. Lucia rappresenta il più grande ambiente naturale sotterraneo nel Lazio. Questa è una cavità a sviluppo verticale, con stalattiti e stalagmiti (impoverite dagli atti vandalici dei visitatori). La loro prima esplorazione risale al 1920 e nel corso di essa fu trovata, in un cunicolo, un'anfora etrusca risalente al VI sec. a.C. Il cunicolo in oggetto fu, per questo, denominato Grotta dell'anfora. Il primo mero è una cavità di circa m. 30 collegato, tramite una galleria inclinata, al mero mediano. All'interno di questa galleria, una ventina di metri dopo il primo gradino verticale, è presente una formazione detta "Cengia della lavandaia". Il secondo mero si inabissa fino a m. 100 ed è posto più in alto del pendio, nascosto da una fitta boscaglia; ha pareti lisce e strapiombanti, un orifizio di m. 15 che si allarga notevolmente verso il basso.
Testo estratto da: "Guida della Riserva del Monte Soratte" del Comune di Sant'Oreste. Aprile 2002
Photogallery della riserva
Vista del Monte Soratte
Vista del Monte Soratte
Vista dalla Quadrara dell'Aquila